mercoledì 4 luglio 2007

Commento per il libro"Introduzione alla rivoluzione informatica in architettura" del prof. Saggio

"Catalizzatore"

Se me lo permette vorrei esprimere una critica negativa all'architettura informatizzata del futuro alla quale, forse, il Suo libro vuole prepararci.
Scrivendo sulla "interattività" Lei afferma che l'architettura deve tendere a essere [...]continuamente modificabile divenendo un ambiente che si adatti al mutare dei desideri degli utenti, aggiungo io, in nome della "nuova soggettività" anzicchè della "nuova oggettività" del Movimento moderno.
Secondo me, però, una tale architettura rischierebbe di divenire un prodotto industriale, commerciale, sicuramente personalizzato, ma paragonabile ad una Smart!
Si rischerebbe di cadere nella trappola del marketing promettendo agli utenti/clienti ambienti sempre più personalizzabili e quindi
riempendoli di sistemi elettronici con i quali noi architetti non abbiamo molto da fare...
Il mondo industriale potrebbe impadronirsi del nostro mondo almeno per quanto riguarda il residenziale. Per esempio, si potrebbe produrre in serie abitazioni tipo che, con l'aiuto dell'elettronica, si adattino ai gusti dei clienti illudendoli di vivere in un ambiente personalizzato.
A questo punto la mia domanda è:" Quale ruolo avrà il futuro architetto nel processo di personalizzazione dell'architettura?
Saremo ancora degli esteti? E se sì, solo in rappresentanza della collettività e quindi nelle opere pubbliche?
Forse è per questo che nell'immaginario collettivo, desunto dalla cinematografia, l'architettura del futuro è incolore, fredda e insipida!

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