mercoledì 4 luglio 2007

Commento a "Il motivo di Caravaggio"

“In bilico” = “in-between”

Non è un caso , credo, che sia proprio un architetto come il prof. Saggio, dedito allo studio dell’influenza della IT sulla architettura contemporanea, ad accorgersi della scoperta di Caravaggio di un nuovo spazio. Uno spazio che Saggio definisce “in bilico” poiché né dentro né fuori il quadro bensì << intermedio e nuovissimo che si pone tra la profondità negata dello spazio prospettico dentro il quadro e una nuova spazialità invocata fuori del quadro >>.
Saggio afferma in oltre che il pittore distrugge l’idea stessa di “finestra - cornice”. Operazione simile a ciò che faranno gli architetti con il lotto da Gropius in poi.
Il lotto come la cornice-finestra, quindi, che delimita e prospettivizza.
Se penso ora allo spazio “fuori” dal quadro, mi è facile paragonarlo alla città. Ecco allora l’analogia tra lo spazio “in bilico” e nel quale Michelangelo da Merisi colloca i suoi personaggi e lo spazio “in between” nel quale Eisenman, architetto della IT, colloca i volumi delle sua architetture, p.e. il Wexner Center nel campus universitario di Ohio.
In più, entrambi attraversano lo spazio con dei “vettori” ( così li chiama Saggio), per Caravaggio p.e. il braccio della Vergine, per Eisenman i corridoi di collegamento racchiusi da una gabbia metallica reticolare. Questi vettori servono in entrambi i casi ad unificare lo spazio (dentro – fuori) e ad aiutare l’osservatore nella lettura della profondità della composizione che è, nel primo caso, invogliato a seguirli con lo sguardo fino in profondità sentendosi alla fine partecipe della scena, mentre nel secondo è invogliato ad addentrarsi.

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